Storia

Gli Altare Thotemico nascono dall’incontro di Gianni Venturi e Leonardo Caligiuri. Leonardo era un ragazzino di 17 anni che con il suo entusiasmo ha spinto Gianni a tuffarsi in un nuovo progetto. Di li a poco, si sono aggiunti Enrico Scaccaglia alla chitarra, Valerio Venturi al basso e Davide Zanotti alla batteria.

Si è formata una band unita sia dalla musica che da una profonda amicizia, è nato un disco, che pur non essendo evoluto tecnicamente come gli Altare del secondo disco, è arrivato primo in Italia e terzo nel mondo nei Progaward premio annuale che ha come giudici i più grandi giornalisti ed esperti del prog mondiale. Il premio è stato assegnato come disco di debutto di una prog band.

Sono arrivate ottime recensioni dall’Italia e dall’estero, e la partecipazione a grandi eventi, con gli Osanna e le orme.

Poi in seguito il chitarrista ha fatto altre scelte ed è stato sostituito dal sax di emiliano Vernizzi, e alla batteria è arrivato Max Govoni, il secondo disco marcatamente jazz rock, sempre con testi potenti e sperimentazioni vocali che ricordano Demetrio, come il primo le recensioni sono state ottime, ed è stato inserito tra i migliori dischi dell’anno in numerose playlist.

La band è stata citata anche nell’enciclopedia sul nuovo prog di Max Salari, grande onore!

In seguito Leonardo Caligiuri ha fatto altre scelte come Max Govoni e Valerio Venturi. Ma Altare Thotemico è un progetto oltre che musicale, filosofico e culturale, grazie all’incontro di Gianni con Marika Pontegavelli dopo 5 anni di silenzio sta per uscire il terzo disco diverso dai due precedenti, com’è nella filosofia Thotemica. Marika al piano e alla voce, Agostino Raimo eclettico chitarrista sperimentatore e dotato di una grande musicalità, Filippo Lambertucci alla batteria, giovane ma dal suono personale e consapevole, ed infine Giorgio Santisi, macchina da Groove ma dotato di una rara sensibilità musicale.

Poesia, sperimentazione vocale, Groove, prog, ricerca delle radici, certo, ma con lo sguardo oltre, per quanto dopo la grande musica degli anni settanta andare oltre, pare un impresa ardua.

Ma come diceva Goethe: costruire il futuro con elementi del passato. Questa è la filosofia thotemica di “Selfie ergo sum”.